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Storia ed evoluzione della mutanda: ecco chi l’ha inventata

da | 9/11/2021 | Emozioni | 0 commenti

Un’alleata importantissima per la nostra salute fisica, fondamentale per garantire una corretta igiene intima, essenziale per rendere unico ogni outfit, parliamo del capo intimo più importante per ogni donna: la mutanda.

Per chi non lo sapesse, ha una storia tutta da raccontare, ricca di eventi strepitosi che ognuno dovrebbe conoscere e che ci mostra da dove nasce, perché nasce e come veniva utilizzata dalle nostre antenate.

Proprio per questo che oggi siamo qui a raccontartela. Prima di tutto, però: da dove nasce il termine mutanda?

 

L’origine della mutanda e la sua etimologia

 

Illustrazione di diversi modelli di intimo femminileInnanzitutto, stando alla Treccani, la mutanda è un capo di biancheria intima indossato sia dall’uomo che dalla donna e copre la parte del corpo che va dalla vita all’inguine (arrivando con alcuni modelli fino alle cosce).

Come gran parte delle parole che usiamo, il termine mutanda proviene dal gerundio latino mutandae, che significa cambiarsi, come se già i latini avessero compreso quanto fosse importante correlare l’igiene intima a un capo così fondamentale.

Nonostante ciò, la storia della mutanda è ben più antica. Andiamo a scoprirla!

 

La storia delle mutande: ecco chi le ha inventate!

 

Tutto inizia nell’Antico Egitto, quando nella tomba di Tutankhamon vengono ritrovati degli elegantissimi slip fatti con i tipici materiali preziosi con cui si usava decorare i Faraoni.

Già gli egizi pensarono che fosse importante tutelare una parte così preziosa del proprio corpo, così nacquero le primissime mutande. La loro forma era chiaramente differente rispetto a quella odierna, somigliavano per lo più a delle sottovesti da indossare sotto le tuniche.

 

Quando nasce la vera mutanda e perché

 

Ritratto di Caterina de'MediciLa storia dell’intimo è ricca di sfaccettature diverse e di donne che si sono esposte per difendere l’uso di alcuni tipi di abbigliamento.

Il personaggio storico che si interessò di innovare il mondo della lingerie nacque in epoca Medievale. Era la moglie di re Enrico II di Francia, regina ammirata e acclamata dal popolo anche per il suo carattere libertino: Caterina ‘de Medici.

Durante il ‘500, questa donna dai molteplici interessi inventò un nuovo modo di cavalcare, con il piede sinistro ben ancorato alla staffa e la gamba destra poggiata sull’arcione della sella.

Questa modalità così innovativa di praticare l’equitazione rischiava di mostrare più di quanto fosse concesso all’epoca, così fu necessario inventare un tipo di mutanda stretta al corpo che permettesse all’amazzone di muoversi agilmente in groppa all’animale: così nacque la prima mutanda più simile a quelle dei giorni nostri.

Fu un successo tra la nobiltà francese, ma ben presto quella nuova creazione fu giudicata blasfema dalla religione e quindi fu bandita.

Successivamente, durante il ‘700, le mutande tornarono di moda perché indossate al di sotto delle crinoline – le enormi gabbie presenti sotto i vestiti principeschi tipici di quel periodo storico. Negli anni successivi questo capo ha assunto sempre più importanza, fino ad arrivare al centro dell’attenzione mediatica.

 

Come venivano usate le mutande durante le epoche scorse?

 

Oggi le indossiamo ogni giorno, le scegliamo con cura e amiamo sentirci protette mettendo quelle più adatte a noi.

La storia dell’intimo, però, ci dice che non tutti usavano le mutande come facciamo noi oggi, anzi, alcuni le indossavano soltanto in occasioni speciali: vediamo quali!

 

Le mutande nell’Antica Roma

 

I nostri potenti antenati romani non si preoccupavano di indossare le mutande. In alcune occasioni, come lo sport o il nuoto, usavano indossare la subligatula.

La subligatula era un pezzo di stoffa che passava in mezzo all’inguine e si legava sui fianchi; infatti, il significato del termine è letteralmente “da legare sotto”.

 

Le mutande nell’Antica Grecia

 

La Grecia ha una storia molto affascinante, anche per quanto riguarda le mutande antiche!

Pensa che loro non le indossavano affatto, in gioventù usavano ostentare le loro parti intime con fierezza, mentre durante l’età adulta indossavano una tunica, anche se le donne non avevano niente sotto.

Per quanto riguarda gli uomini, da adulti indossavano soltanto un perizoma.

 

L’evoluzione delle mutande sino ai giorni nostri

 

Articolo che tratta del Museo degli Slip di BruxellesNel Dopoguerra, le mutande erano capi molto ricercati che non tutte le ragazze potevano permettersi. Nelle discoteche (specialmente in quelle parigine) avveniva una sorta di scambio di mutande tra ragazze, commercializzato dagli stessi locali in cui si andava a ballare.

Negli anni ’60 e ’70, le mutande diventano un vero e proprio oggetto di desiderio perché entrano nelle grazie dei grandi stilisti e finalmente hanno l’attenzione che meritano.

Tendenzialmente, le dimensioni vanno a ridursi con l’avanzare degli anni e pare che negli anni ’80 compaiano i primi tanga in Brasile. Dopodiché, negli anni ’90 nascono i boxer maschili, il cui bizzarro nome trae ispirazione dalle brache dei pugili. Curioso, no?

Oltre ai boxer, gli anni ’90 furono d’ispirazione per il mondo dell’intimo: furono inventate delle mutande da mangiare e altre da annusare in Giappone. 

Il culmine di questa avvincente storia delle mutande avviene con la creazione di un museo apposito a Bruxelles. Nel 2009, l’artista Jan Bucquoy ha letteralmente incorniciato questa dozzina di mutande di personaggi belgi importanti.

E tu vorresti un museo delle mutande in Italia?

Sarebbe un luogo curioso, ma forse è meglio che l’intimo rimanga soltanto sotto i nostri indumenti. Per qualsiasi altra curiosità, contattaci pure. Ti aspettiamo!

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